CONVEGNO RCSA – MOLINO SCHENETTI 14 luglio 2018

Territorio, benessere, futuro, cooperazione, crescita, risparmio, collaborazione, attenzione e ascolto, sono le parole chiave con le quali RCSA Italia Srl ha presentato il progetto “Benessere animale”.

RCSA Italia Srl nasce dall’esperienza nel settore agroalimentare, maturata negli anni, attraverso passione e costanza, in contesti multiculturali, promuovendo la lavorazione artigianale dei prodotti.
Investire nel piccolo artigianato, vuol dire investire nella vera tradizione di un marchio italiano conosciuto e amato in tutto il mondo. Ma non solo. La consulenza agroalimentare è uno dei punti di forza dell’azienda.
Per questo motivo RCSA Italia ha di recente sviluppato anche un servizio di consulenza nel settore zootecnico, avvalendosi di specialisti del settore, per massimizzare la resa e la redditività di animali d’allevamento.

Attraverso un percorso mirato all’accrescimento produttivo dell’allevatore, nell’assoluto rispetto della salute e il benessere degli animali e delle esigenze della natura, RCSA Italia promuove un nuovo modello di business che si articola dall’alimentazione dell’animale, allo sviluppo e alla successiva rete di vendita del prodotto finale.

La RCSA Italia, ha individuato nel territorio Mab Unesco dell’Appennino tosco emiliano l’eccellenza di cui farsi bandiera, iniziando una collaborazione con Molino Schenetti e una serie di allevatori che hanno capito l’importanza del progetto.
Per ascoltare il pensiero, i consigli, le idee e soprattutto per un confronto costruttivo RCSA Italia ha recentemente riunito i protagonisti del “Progetto benessere animale” presso “La Baita d’Oro”, in località Sparavalle, dove Walmer e Adriana, gestori del locale assieme a figli e nipoti, hanno accolto gli imprenditori agricoli, i veterinari e il direttivo del Molino Schenetti, ospiti di RCSA Italia.
Prima attorno al tavolo imbandito e a seguire in una riunione, molto animata, si è fatto il punto della situazione a sei mesi dall’inizio del progetto, nell’ottica di sviluppo e crescita, perché nella filosofia dell’azienda lo scambio di idee è al primo posto, con l’ascolto di chi ha un immenso patrimonio di sapere come i contadini delle nostre montagne.

“Occorre garantire un futuro all’Appennino, – afferma Bruni, direttore di RCSA Italia – un avvenire ai caseifici. Occorre progredire tutti assieme, per garantire un futuro e un benessere ai nostri figli. Il mondo sta riconoscendo all’Appennino la sua unicità con la riserva MaB Unesco, che è un patrimonio lasciato dalla storia, ma con un futuro da costruire. Occorre prendere coscienza del valore immenso che hanno i nostri allevatori. RCSA non è un’azienda che vende un prodotto è un’azienda che lavora per il benessere, ma questo si può ottenere solo facendo squadra. Con questo primo gruppo, che sta dando vita al progetto, cerchiamo di insegnare la cultura del benessere sia animale sia dell’allevatore, che abbia però un riscontro economico e personale abbattendo costi di gestione. Il progetto è aperto a tutti coloro che ne volessero far parte, magari informandosi prima da chi già è nel progetto, per questo alleghiamo a questo articolo l’elenco delle persone che già hanno creduto in noi, perché siamo certi che saranno i fatti a parlare per noi”.
Chiediamo al dottor Fausto Franzoni, medico veterinario che fa parte dello staff di RCSA quali sono le caratteristiche del progetto?

L’aspetto positivo è il completamento di quella che è l’attività zootecnica, riuscendo a capire punti critici, parlando con gli allevatori in modo di provare a risolverli e avere il massimo reddito. Andiamo nelle aziende, analizziamo tutta la filiera produttiva e portiamo la nostra esperienza. Naturalmente ci sono dei tempi per capire i problemi e trovare la soluzione, in media dai 120 a 180 giorni. Per passare da una fase esistenziale a quella di reddito ci vogliono sempre più capacità imprenditoriali. Purtroppo, non per mancanza degli allevatori ma per le condizioni critiche preesistenti, a volte il tanto e duro lavoro degli allevatori non produce i risultati sperati. Noi valutiamo tutte quelle che sono le problematiche, utilizzando dati dei parametri, analisi, sopralluoghi. “Progetto benessere animale” è un sistema programmato che si basa sulla fiducia nella persona e nel prodotto, in una collaborazione continua, permettendo di creare un abito su misura all’imprenditore agricolo, nella riscoperta di un rapporto umano e non solo di mero commercio di mangimi, con un’ottica al medio-lungo termine.
La salvaguardia di un prodotto così importante per l’economia locale, come il Parmigiano, deve essere al centro degli sforzi futuri. Non è più tempo di gioire per le disgrazie degli altri, ma è ora di coesione di collaborazione, per creare un percorso di salvaguardia delle tradizioni con una visione di crescita, puntando alla qualità sempre maggiore e al benessere a 360°.
Cerchiamo di globalizzare la ricerca e lo sviluppo per abbattere i costi. Unendo le forze, le competenze, l’esperienza, l’eccellenza; si potrà veramente tutelare la vera ricchezza dell’Appennino, che sono i suoi contadini, in complesso mosaico ecologico e culturale. Questo è anche alla base dell’evoluzione culturale della riserva Unesco per la tutela dei territori in cui le comunità sono in sviluppo armonico con le biodiversità. L’Appennino è una cassaforte di risorse umane e naturali da proteggere perché costituiscono una fonte di ricchezza che può garantire lo sviluppo sostenibile delle comunità residenti, nel territorio e anche in quelle adiacenti.
Per favorire lo sviluppo economico umano e generare, non solo reddito ma sostenibilità socioculturale e ambientale a lungo periodo e per far avanzare la comprensione dello sviluppo sostenibile, assicurare sostegno alla ricerca, il monitoraggio, attraverso lo scambio globale di buone pratiche; occorre cambiare, fare squadra. Questo è un primo gruppo in un progetto che guarda al futuro. RCSA non è un’azienda che vende un prodotto, ma insegna la cultura del benessere animale, che fornisce poi un ritorno dell’allevatore sia in ordine economico sia in ordine personale, abbattendo così costi di gestione. La valutazione azienda per azienda permette di annullare i punti critici, creando un prodotto su misura consono alle esigenze, che ha dietro tutto il discorso di valutazione ambientale, animale, di analisi, per una maggiore qualità del latte.
Chiediamo a Bruni: il progetto è iniziato da sei mesi, si incominciano a vedere segnali positivi?
Alcune aziende hanno iniziato anche da meno di sei mesi, questi sono problemi che non si risolvono in breve tempo.
Aumenta il costo di gestione per chi partecipa?
Questi cambiamenti non aumentato i costi, anzi li stabilizzano, addirittura li diminuiscono. In questo periodo siamo intercorsi in un alto aumento dei prodotti vitaminici che sono andati alle stelle, e anche la soia è aumentata, mentre i costi dei nostri mangimi sono rimasti stabili. Nella totalità di almeno 34 mesi si vede il risparmio effettivo. Siamo al sesto mese di sperimentazione, ma già gli allevatori iniziano a vederne i risultati”.
Com’è il rapporto con gli allevatori?
In montagna c’è ancora un buon rapporto umano, specialmente i giovani, sono molto aperti all’innovazione. Senza mai uscire dalla tradizione, ma facendone tesoro.
Non sono ancora arrivati gli allevamenti intensivi, dove si guarda solo al reddito, questa è ancora un’isola felice.
Cosa si può migliorare?
Occorre dare degli input, non sono mai stati finora indirizzati, consigliati verso certi ragionamenti, spronati a fare valutazioni, sia dal punto di vista economico sia da quello tecnico. I tempi cambiano, gli animali cambiano e anche le esigenze. Per questo occorre valutare dall’inizio il processo produttivo, dalla fienazione al prodotto finale: il latte.
Se un imprenditore agricolo volesse far parte del progetto cosa dovrebbe fare?
Contattare RCSA o Molino Schenetti ed entrare nell’ottica delle idee che non siamo lì solo per vendere, ma cercare di dare una visione più moderna, più giusta, più redditizia all’azienda. Tenendoci per mano e crescendo assieme. Se c’è un problema s’interviene, non serve nascondersi dietro un dito. Questo progetto è in collaborazione con l’azienda fornitrice di prodotti Molino Schenetti, con una linea totalmente diversa, a cui alcune aziende hanno deciso di aderire, ma aperto a tutto il territorio e a chiunque decida di farne parte.
Queste aziende hanno scelto di fare un investimento maggiore, per ottenere benefici maggiori, non solo qualitativi ma anche remunerativi, e con una lunga visione. Facendo i passi piccoli non ci si stanca mai.
I contadini sono il tesoro dell’Appennino. Le loro scelte influiscono sul prodotto più importante che esporta: il Parmigiano reggiano. Il cambiamento parte dalla testa di chi conduce la stalla, sono loro gli attori, se i contadini non partecipano si può fare ben poco, occorre dargli responsabilità, i risultati arrivano se loro seguono il progetto. Occorre migliorare, se si fanno dei progetti e si rispettano le regole, non solo a parole ma con i fatti, nel futuro ci saranno più possibilità di entrare nei progetti di crescita agroalimentare europei con sostegni economici importanti.

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